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Il Bosco Planiziale |
L'ambiente in cui viviamo ha subito radicali cambiamenti nel tempo, alcuni dei quali
sono ancora in corso. Fra di essi uno dei più vistosi è la quasi totale scomparsa
dei boschi di pianura.
Oggi sembra impossibile che gran parte del nostro territorio fosse un tempo occupato
da un'enorme foresta di cui non rimangono che piccolissimi lembi fortemente modificati
dalla millenaria azione dell'uomo.
I boschi relitti presenti nella pianura Padana derivano dalle antiche foreste di
querce, olmi, tigli, sopravvissute alla glaciazione Wurmiana, ultimo dei grandi
cambiamenti climatici del Quaternario.
Queste estese formazioni che occupavano tutta la pianura Padana, subirono una continua
ed inesorabile contrazione ad opera dell'uomo a partire dal Neolitico.
In epoca romana, benchè fossero ancora estese, le foreste furono soggette
a un ulteriore ridimensionamento al fine di ottenere terreni utili per la coltivazione.
Il medioevo rappresentò un momento di tregua nella sopressione delle superfici boscose,
che riprese in epoche successive fino a giungere ai giorni nostri in cui rimangono
solo alcuni piccoli lembi isolati, quasi dei reperti archeologici che testimoniano
un ambiente di altre epoche.
La presenza di questi relitti ha comunque permesso di ricostruire la storia e delinearne
l'ecologia e stabilire l'affinità con altre regioni geografiche.Il bosco planiziale è formato da querce, carpini, olmi, aceri, frassini. Si sviluppa
su terreni alluvionali freschi, profondi, che risentono della presenza della falda
freatica quasi affiorante.
I boschi friulani e veneti sono più affini alle estese formazioni forestali slovene,
che ai boschi di querce dell'Europa centrale, per questo motivo i botanici li distinguono
dalle formazioni poste nella parte occidentale della pianura Padana.
Questi boschi sono caratterizzati dalla presenza di specie legate agli orizzonti
montani, che si sono rifugiate in pianura per sfuggire alle mutazioni climatiche
durante le glaciazioni quaternarie.
Abbiamo così i cosidetti relitti glaciali quali il giglio di San Giovanni (Lilium
martagon) e il veratro bianco (Veratrum album susp. lobelianum).
Nei Prati delle Pars si è voluto raccogliere le principali specie
arboree ed arbustive del bosco planiziale, ben consci che l'eseguità della superficie
non ne garantirà la perpetuazione e la complessa strutturazione, ma permetterà ai
giovani di conoscere un aspetto perduto del loro territorio. |
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