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LA CONCIMAZIONE ORGANICA e le tecniche di compostaggio (*)
Premessa.
I moderni metodi di coltivazione hanno alterato profondamente non solo il paesaggio agrario dei Prati delle Pars, ma lo stesso supporto, mediante l'uso massiccio ed aggressivo di tecniche agrarie e colturali basate sulla concimazione chimica, sui diserbanti e sugli anticrittogamici.
L'uso massiccio della chimica e della monocoltura hanno talmente impoverito il terreno, che è giunto alla soglia della desertificazione; sempre più duro, compatto, arido, difficile da lavorare.
La siccità, il sole e il dilavamento meteorico delle sostanze organiche residue hanno messo in moto un processo di "laterizzazione", come stadio immediatamente precedente alla desertificazione.
Un graduale recupero e ripristino delle condizioni ideali dei terreni si può attuare adottando il più possibile una tecnica di lavorazione e di gestione mirata a ridare all'insieme un apporto di materia organica e humus.
Dal punto di vista tecnico due sono le vie che si possono seguire:
  • Apporto di materia organica a mezzo operazioni di mulching (o pacciamatura); cioè formazione di piccoli strati di foglie, rametti, poltiglie vegetali triturate, erbe sfalciate o rasate, da stende nelle zone più degradate a piacere o secondo necessità. Importante è che siano materiali mediamente "puliti", senza carte, plastiche, non impregnati chimicamente e non  raccolti vicino ad aree inquinate da piombo stradale, etc. 
  • Uso della compostazione mista animale e vegetale per la produzione di humus a mezzo di tecniche di lunga e antica sperimentazione, tuttora applicate nelle aziende agricole biologiche.

Sperimentazioni in atto.
L'Associazione Tegliese “Prati delle PARS” ha inserito nel proprio programma operativo il ripristino naturale di lembi di bosco planiziale e di siepi boscate a contorno di prati che saranno ricostituiti imitando modelli naturali preesistenti ed antecedenti lo sviluppo agricolo in corso da alcuni decenni.
Per la concimazione dei prati si è dato avvio ad un progetto per la produzione di terriccio fertile mediante la formazione di cumuli che si svilupperanno per una lunghezza complessiva di un centinaio di metri e per l'ipotetica produzione di un centinaio di mc. di humus.
Su di una base di h. 50-60 cm di legno triturato, in prevalenza di salice, mediamente larga cm. 150, si sovrappone uno strato di stallatico equino h. 20. Il letame equino è un letame caldo, adatto ad incidere sulla lignina. Ulteriore massa organica vegetale (legno triturato, foglie, etc.) ricopre il letame equino per h. 20-30 cm. circa.
Sopra questo massa vegetale si posiziona ulteriore strato di letame di mucca per uno strato h. 20-30 cm, che viene ricoperto da altra massa vegetale come in precedenza.

 

Applicazione di terzo strato di letame di mucca, che generalmente è meno caldo e più equilibrato del letame di origine equina. Si copre il tutto con massa organica vegetale, anche canne palustri, foglie o paglia, fino a raggiungere una altezza max 160-180 cm.
Ogni strato di letame viene spolverato con l'ausilio di tre polveri:

  • LITOTAMNIO (magnesite di calcio) con alghe marine;
  • BASALTO, ricavato da rocce vulcaniche ricche di microelementi;
  • BENTONITE, polvere di argilla, serve per mantenere l'umidità del cumulo e per aggrumare l'humus.

Oltre alle caratteristiche accennate, le suddette polveri servono anche ad impedire il più possibile l'esalazione di ammoniaca e ossido di carbonio dal cumulo, per limitare la perdita di sostanze fertilizzanti dal cumulo e limitare l'emissione di odori poco gradevoli.
 II cumulo cosi compostato è interessato dapprima da un innalzamento di temperatura (fino a un massimo di 75 gradi),che può durare anche alcune settimane.
Dopo un periodo di raffreddamento, cominciano a comparire funghi, che aggrediscono la lignina e la materia organica vegetale. Passata questa fase, intervengono i lombrichi (Eisenia Foetida) tipici del cumulo, che hanno dimensione molto più ridotta di un lombrico di terra.
I lombrichi completano l'opera di trasformazione dell'intera massa del cumulo, finito il loro lavoro, scompaiono.
Questo è il momento di aprire il cumulo e setacciare 1'intera massa residuale, poiché l'humus è maturo per essere usato.
 Sarà cura dell'operatore innaffiare i cumuli con macerati vegetali per migliorare il risultato ed arricchire ulteriormente l'humus in formazione, in particolare durante i periodi siccitosi.
I macerati vegetali (veri e propri concimi liquidi) possono essere formati con le più svariate essenze, senz'altro molto utile è il macerato di ortica, secondo antiche e collaudate ricette,ma si può fare anche un composto liquido formato da edera, tarassaco, sinfito, rumex, germogli di quercia, germogli di salice e ortica.
Si può fare infine un macerato di equiseto, per aggiungere silicio al terriccio del cumulo.

 * A cura di Mario Bellot, collaboratore dell’Associazione “Prati delle PARS”
Bibliografia: Renata ROGO -Ed. DEMETRA- "LA CONCIMAZIONE ORGANICA e le Tecniche di compostaggio".

  
Nelle foto: formazione dei primi cumuli.  (gennaio/febbraio/marzo 2007)
 
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